Il brutto tempo ha portato con sè una ventata di freschezza, la stessa sensazione che ho avuto anche leggendo il romanzo di Anne Fleming, “Una capra sul tetto“, pubblicato da Mondadori e tradotto da Angela Ragusa.
Acquistalo subito: Una capra sul tetto
Editore: Mondadori
Collana: Contemporanea
Traduzione: Angela Ragusa
Età: Dai 10 anni
Data di uscita: 15 maggio
Prezzo: € 16,00
Era assurdo. Illogico. “Se c’è una capra” si disse Kid “la troverò”.
Se c’è una cosa che adoro sono i romanzi di questo genere, che partono con una premessa fuori dal comune per arrivare dove meno te lo aspetti, nel cuore di una storia colma di tante piccole sfumature e crepe, le stesse che permettono ai noi lettori di scoprire che a volte fare quel grande passo, per quanto sia difficile, è necessario.
Il protagonista di oggi, senza troppi giri di parole, è riuscito a fare breccia nel mio cuore, mostrandomi dei personaggi che agli occhi di chiunque risultano essere imperfetti, ma che sono semplicemente umani ed è questo uno dei lati più belli di questo romanzo, il fatto che essere vulnerabili e umani non sia da considerarsi un difetto semmai un pregio.
“C’era una volta una capra di montagna che viveva a New York”, sembra quasi l’inizio di una commedia e un po’ lo è, questo fatto isolato getta le basi per una storia surreale, quella di una capra nella Grande Mela. Nessuno sa come ci sia arrivata e il motivo per cui sia lì, nessuno sa neanche se c’è per davvero o se è una leggenda metropolitana.
Per Doris, una delle inquiline dell’edificio, è una questione personale, qualcuno rosicchia le sue piante e non sa di chi possa trattarsi, al contrario suo marito Jonathan ha visto il colpevole, ma il suo ictus gli impedisce di parlare e di conseguenza non può far altro che lasciar rosicchiare alla capra le piante di sua moglie.
Kid si è appena trasferita in uno degli appartamenti insieme alla sua famiglia per badare al cane di un lontano parente, Cat, diminutivo che dà l’impressione che l’animale sia più un felino che il suo opposto. Sin da subito il palazzo appare in tutta la sua bizzarria, le voci che sul tetto viva una capra raggiungono anche i nuovi inquilini e si innesca una serie di strani eventi.
“Era difficile non pensare che da qualche parte dovesse esserci un flusso continuo di vita. Ci galleggiavi dentro quando eri concepito, ti trasportava per un po’, e poi se ne andava chissà dove”.
È strano come alle volte ciò di cui si ha bisogno lo si trovi in un posto del tutto inaspettato. Per Kid il trasferimento si rivela essere terapeutico, le permette di conoscere persone che come lei convivono con le proprie paure, talvolta schiacciate da esse, come nel caso di Will, suo nuovo amico e partner in crime.
È strano come alle volte ciò di cui si ha bisogno lo si trovi in un posto del tutto inaspettato. Per Kid il trasferimento si rivela essere terapeutico, le permette di conoscere persone che come lei convivono con le proprie paure, talvolta schiacciate da esse, come nel caso di Will, suo nuovo amico e partner in crime.
In poco tempo la sua vita cambia. Da ragazzina timida che non riusciva neanche a guardare le persone negli occhi si rende conto che per raggiungere il proprio obiettivo deve superare ciò che la tormenta ed è soltanto così che si può compiere quel passo importante che alle volte sembra così lontano e difficile da compiere.
La ricerca della capra si trasforma in una metafora della vita, dove alle volte per riuscire ad andare avanti bisogna tuffarsi in una caccia al tesoro, alla ricerca di qualcosa di cui non è certa l’esistenza ma che almeno ci dà uno scopo nella vita ed è percorrendo quella strada che spesso si incontrano delle persone importanti, persone che arricchiscono la nostra esistenza con la loro esperienza e a cui a volte anche noi doniamo qualcosa.
Onestamente ero rimasta colpita dal titolo e dalla trama, ma quando ho cominciato a leggere il romanzo mi sono resa conto che era qualcosa di completamente diverso da ciò che mi aspettavo e che devo dire mi ha stupita. È sempre difficile lasciare andare dei personaggi quando cominci ad affezionarti, per fortuna questi hanno dalla loro parte il fatto che restano impressi e di conseguenza è come se non li lasciassi mai andare del tutto.
Leggendo il libro sembra quasi di conoscere queste persone, di poter entrare in contatto con loro come se fossero gli inquilini che abitano sul mio pianerottolo, persone che vedo sempre, che saluto, ma che non conosco del tutto. Fortunatamente Anne Fleming ci regala un’ampia panoramica su ognuno di loro ed è vero ciò che il commento a bordo trama dice, sono quel genere di persone che vorresti avere come vicini di casa.
Una capra sul tetto è una leggenda metropolitana raccontata da inquilino a inquilino, una disperata ricerca della fortuna per cambiare ciò che ci rende imperfetti, ma che rappresenta in tutto e per tutto l’essere umano.
“La capra non sapeva granché. Però sapeva questo: Il pericolo viene dall’alto. Il pericolo viene dal basso. Saltellare è felicità allo stato puro. La fame è costante. Scegli il percorso più breve per il cibo. Non lasciarti ingannare dalla fame. Sei sempre in pericolo”